Opportunità o fregatura?
La realizzazione di una landing page ci lusinga con la promessa di grandi ricompense: con un investimento relativamente contenuto (tranne rari casi) sarebbe possibile vendere il proprio prodotto o servizio in modo efficace.
Queste, almeno, sono le premesse. Ma siamo proprio sicuri che la grande opportunità di acquisire clienti non riguardi più chi le vende che chi le acquista? Forse qualche dubbio è legittimo.
Vi avverto subito: se vi aspettate un articolo infarcito di inglesismi inutili come TOV, Funnel, SWOT, lead generation, ecc... rimarrete delusi. Quando si usano troppe parole per esprimere concetti semplici, quando si preferiscono acronimi e termini inglesi invece dell’italiano, spesso è solo un modo per darsi importanza (che magari non si ha) e/o per non farsi capire.
Volendo scomodare Giosuè Carducci: “Chi usa più parole del necessario è capace di qualsiasi crimine.”
Ma cos’è una landing page e qual è il suo scopo?
Una landing page è una pagina creata ad hoc per promuovere prodotti o servizi (in genere campagne marketing). A differenza di una normale pagina web, segue schemi pubblicitari abbastanza precisi e, se vogliamo, anche un po’ “banali”: presentare il problema, proporre la soluzione, e infine spingere all’acquisto o al contatto. Talvolta si aggiunge anche il fattore paura, ovvero “cosa ti succede se non risolvi il problema”.
Per questo i testi delle landing page sono spesso carichi di enfasi e autocelebrazione: si mostrano i muscoli con esempi di successo, pompando al massimo l’immagine di “super professionista”. Una sorta di spot pubblicitario all’ennesima potenza, con dinamiche e contenuti che si somigliano un pò tutti.
In estrema sintesi: la landing page è fatta per “intortare” il malcapitato e spingerlo all’acquisto. Ma funzionano davvero? Lo vedremo tra poco...
Com’è fatta tecnicamente?
Tecnicamente una landing page è una pagina web “senza uscita”: niente menù di navigazione, niente link esterni. Tutto deve risolversi lì, senza distrazioni, con un messaggio diretto e una grafica accattivante.
A mio avviso, però, dovrebbe sempre essere realizzata all’interno del proprio dominio (sito ufficiale), non su un dominio acquistato ad hoc. Altrimenti si tratta di un mini sito web, non di una landing page.
La differenza è importante. Quante volte vi è capitato di aprire una pagina chiamata, ad esempio, “vacanza-maiorca.it”, per poi scoprire che l’agenzia di viaggi ha un sito ufficiale completamente diverso? Nulla di grave, certo, ma è un semplice “trucchetto” per guadagnare visibilità nell’immediato. Difficilmente, però, funziona sul lungo periodo e a livello di immagine aziendale non è il massimo.
Inoltre bisogna pagare nuovo dominio, nuovo hosting e manutenzione. E alla fine quella che viene spacciata per “landing page” è, a tutti gli effetti, un sito web. Alcune sono persino realizzate con CMS come WordPress o Joomla, invece che in HTML puro. Per capirci: è come andare a fare la spesa con un TIR invece che con un’utilitaria. Certo, però, usare l’HTML richiede competenza.
La maggior parte delle landing page, per mia esperienza, vengono abbandonate entro pochi anni 2/3.
Risultato: tanti soldi spesi, speranze infrante.
Funziona davvero una landing page?
Se dovessi rispondere di getto direi: NO. Ma non è sempre così. In alcuni casi possono funzionare, sebbene siano molto più rari di quanto si pensi.
Va considerato anche il costo: ho visto preventivi da 3.000/4.000 € per una sola landing page. Una follia.
Il buon senso è sempre la via maestra: il mercato è saturo e, se non avete un prodotto davvero unico e/o a prezzi super competitivi, potete tranquillamente dimenticare le landing page. Di solito, poi, alla landing page viene abbinata la mitica campagna Google Ads... che brucerà budget senza pietà.
Non ci credono neanche loro!
Un’ulteriore prova del fallimento delle landing page è la nuova “tendenza” delle web agency: vendere consulenze per capire se valga la pena realizzarne una.
Una trovata geniale: stufi di doversi giustificare per i risultati scarsi, si fanno pagare per dirti che è una cazzata!
Ecco gli scenari possibili dopo aver pagato la consulenza (spesso obbligatoria, così il cliente si assume tutto il rischio):
ESITO NEGATIVO: il cliente rinuncia, l’agenzia guadagna (facendo poco o nulla).
ESITO INCERTO: il cliente viene “avvertito” con un bel giro di parole che lasciano trasparire in lontananza possibilità di successo. Se il cliente rinuncia, l’agenzia guadagna; se procede, guadagna più del doppio e in più il cliente non può lamentarsi (“te l’avevamo detto!”).
ESITO POSITIVO: non lo so con certezza, ma sospetto che non accada praticamente mai.
Alcune agenzie chiedono addirittura 1.000 € solo per la consulenza.
E tu cosa fai, davanti a un esito incerto (forse, magari), dopo aver già pagato tanto per una consulenza? Spesso ti "spingono" a proseguire, magari con la classica offerta “solo per te”, ed irripetibile. Magari ti mostrano anche l’agenda “piena di lavoro”: se non accetti subito, rischi mesi di attesa. Fuori dalla porta ci sono decine di cliente pronti a pagare fior di soldi per una loro landing page e tu che fai, rifiuti!?
Due clienti su tre vanno avanti con la speranza di ripagarsi almeno l'investimento, spendendo spesso il doppio e firmando (senza rendersene conto) la rinuncia a qualsiasi lamentela (“te l’avevamo detto!”).
Ricordate: pagare tanto NON è garanzia di professionalità. Attenzione a non fare la fine del pollo!
P.S. vogliamo parlare dei libretti che per 9,90€ ti spiegano come fare una Landing Page efficace e ti svelano i trucchi più segreti? Anche no grazie...